Ciu-than. Anteprima 3

Anche questo brano, tratto dal mio ultimo lavoro, in fase di elaborazione, che si intitolerà “Ciu-than. Noi non vi capiamo. Dal Mayab alla penisola yucateca odierna, vagabondaggi tra Storia e storie”, è l’ennesima anteprima di questo libro che potrebbe uscire in stampa per fine anno o inizio del prossimo. Spero piaccia e spero che l’attento lettore possa trovare motivi d’approfondimento, come meritano gli argomenti proposti.

C’è un angolo di caribe messicano, quasi all’estremo sud-est della repubblica, che ancora conserva alcune tra le caratteristiche peculiari proprie del verdadero Messico, ovvero quella piacevole commistione tra meraviglie della  natura, cultura e colori che risultano essere i motivi principali per cui tanti stranieri si innamorano di questo Paese e che sono poi motivo d’orgoglio per i messicani. Quest’angolo di paradiso si chiama Mahahual, un pueblito di circa duemila abitanti – di cui almeno il dieci per cento italiani, sovente ben differenti dagli “squali italici” di Playa del Carmen -, una piccola ma lunga spiaggia caraibica con tanto di palme, mare dai mille risvolti blu e verdi, barriera corallina a qualche centinaia di metri dalla costa e clima tropicale tutto l’anno. E se poi ci si mette pure un hotelito davvero unico – di cui, per varie ragioni, preferisco non rivelare il nome che alle moderne e non sempre utili comodità, che pure ci sono, preferisce il gusto per il bello, per la cultura e per l’artigianato messicano autentico, allora si può affermare senza alcun dubbio che il paradiso, probabilmente, assomiglia un po’ a questo paesino…

Mahahual però, pur dando effettivamente l’impressione di essere una sorta di paradiso terrestre o qualcosa di simile, si trova nel non invidiabile ruolo di dover affrontare una serie di problemi molto, ma molto più grandi di lei, e si trova ad affrontarli praticamente da sola, tra l’altro con una forza e una dignità encomiabili, sicuramente patrimonio genetico ereditato dalle fiere popolazioni maya che regnavano su queste terre. Si perché, anche se i colori e la limpidezza del mar dei Caraibi che la bagna, e la bellezza della delicata barriera corallina non lo direbbero, nei dintorni della piccola cittadina quintanarroense convergono le correnti oceaniche di addirittura tre continenti che purtroppo, oltre alle enormi masse d’acqua, ai branchi di svariate specie ittiche e alla variegata flora oceanica, ne trasportano qui pure i sempre più numerosi rifiuti. E il bello, si fa per dire, è che questi rifiuti portano naturalmente la disgraziata “firma” anche di noi italiani, che con i nostri scellerati comportamenti quotidiani nemmeno ci accorgiamo del danno che provochiamo a questi luoghi, al pianeta tutto e quindi, di conseguenza, anche a noi stessi. Purtroppo poi, tra le tonnellate di rifiuti che raggiungono queste e altre spiagge, che senza questi flagelli si potrebbero definire incontaminate, la parte del leone la fa la plastica, vero e proprio cancro per il pianeta e l’umanità, che attraverso la catena alimentare che inizia in questi mari, e finisce nei nostri piatti, porta la più sconsiderata tra le invenzioni umane  probabilmente ancor di più delle armi atomiche e chimiche , direttamente nei nostri stomaci e forse, conseguenza ancora peggiore, contamina irrimediabilmente l’intero pianeta, perché se noi umani abbiamo scelto il suicidio lento può andare bene, visto il proliferare di menti “geniali” che da un po’ sembrano in maggioranza in qualche paese, ma coinvolgere pure l’intero creato è solo una forma estrema del più rivoltante sadismo. Mah…, se la conquista di queste terre avvenisse ai giorni nostri, probabilmente quel “ci u t’ann“, l’espressione equivocata che diede origine al nome Yucatán, avrebbe forse ancor più senso alla luce di questi fatti, dico io…

Ma se questo fatto delle correnti marine che trasportano a Mahahual i rifiuti provenienti da ben tre continenti può sembrare sorprendente, nell’accezione negativa del termine, per quella positiva la cittadina quasi al confine con il Belice è capace di stupire ancor di più, al di là di spiagge paradisiache e meravigliosi colori del mare. E’ infatti singolare, e ha quasi del miracoloso, l’evento culturale ribattezzato “Cruzando fronteras” che ogni anno a maggio anche se l’ultima edizione, quella del 2018, per motivi organizzativi si è terrà in ottobre si svolge nel piccolo pueblo, una manifestazione che riunisce artisti di vario genere, sia messicani che italiani e tra questi mi piace citare quello che considero personalmente un vero e proprio maestro, sia di lettere che di vita, lo scrittore, sceneggiatore e traduttore Pino Cacucci , che ha come scopo non solo quella di animarne le altrimenti tranquillissime e indolenti calles e promuovere la cultura “oltrepassando le frontiere”, ma anche quello di sensibilizzare e sostenere lo sviluppo di una forma di turismo responsabile volto a preservare il delicato equilibrio dell’ecosistema in cui è immersa Mahahual. https://www.youtube.com/watch?v=AJDFLDFLFCM E se si pensa che da queste parti, complici mille difficoltà, fino a qualche anno fa era totalmente inimmaginabile qualcosa di simile, la cosa ha davvero del miracoloso, e al di là del giudizio che si possa dare al passato di certi personaggi che gravitano attorno a quest’evento che comunque, personalmente con me, si sono comportati più che correttamente  resta il positivo, sorprendente e piacevole fatto che la manifestazione continui ad aggregare persone, prima che artisti, di diversa provenienza e con differenti sensibilità, tutti però accumunati dalla volontà di annullare le artificiose frontiere che stupidamente il genere umano ha eretto, pur valorizzando opere e talenti che anche grazie alla diversa provenienza, e per certo grazie a mille “contaminazioni”, sorprendono ed emozionano.

El verdadero México todavía existe y también aquí se encuentra. Es una pequeña joya de jade verde encastrada entre Caribe y cielos. Su nombre es Mahahual…

Dario Sbroggiò

Invito, come sempre, tutte/i quelle/i che visiteranno le pagine di questo blog a cliccare sui banner pubblicitari presenti su questo e sugli altri articoli passati e futuri. E’ un piccolo fastidio (io stesso non lo farei mai, se non fosse per finanziare in qualche modo un’attività che è principalmente una passione) ma può essere utile per chi, come me, scrive. Ricordo agli attenti lettori inoltre che i libri precedenti pubblicati in cartaceo sono richiedibili  – “México Sur Real” al costo di 14 euro + 1.28 euro (spedizione ordinaria) o 3.63 euro (spedizione raccomandata), “Venti pirati. Storie di venti pirati e di venti di libertà” (15 euro + 1.28 euro in spedizione ordinaria o 3.63 euro spedizione raccomandata) – all’indirizzo: [email protected]. Allo stesso indirizzo vi potete rivolgere per informazioni su “Ciu-than. Noi non vi capiamo. Dal Mayab alla penisola yucateca odierna, vagabondaggi tra Storia e storie”, di prossima pubblicazione e per ogni altra eventuale informazione. Grazie.

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